venerdì 13 gennaio 2012

Non sono stata sempre così...strana.

Scorrendo nei ricordi di una persona che fatico a creder che fossi io appena 3 anni fa, ho capito che per tutto quel tempo sono stata l'opposto di quello che sono ora. Ovviamente non in tutto, ma in davvero troppe cose. Fino a tre anni fa credevo di essere perfetta. Avevo tutti le giuste ragioni per ritenermi tale: ottima media scolastica, bel carattere, rara profondità, definita molto spesso una ragazza davvero carina. Poi qualcosa in me si è spezzato: un giorno ho realizzato di non voler essere mai più quella ragazza. Non aveva senso: non è la perfezione ciò a cui ambiscono tutti gli esseri umani? E io ci stavo sputando sopra. Non volevo più quella pelle, quelle regole, quella perfezione. Volevo che le persone pensassero che potevo fargli male, che ero in grado di difendermi da sola, che non ero ingenua o troppo buona per rispondere. Volevo quel rispetto che non mi era stato dato, volevo essere in grado di far loro tutto quel male che avevano fatto a me. Perchè così fanno le persone: quando vedono un qualcosa di così bello e puro, si ravvedono di distruggerlo perchè sono invidiose e perchè il paragone le fa sentire frustrate. Sono totalmente cambiata da allora e non voglio tornare indietro. Ora so di non essere perfetta, sono in grado di accettare ogni mio singolo difetto e ogni giorno ne trovo uno nuovo. Tutti sanno che posso fargli del male, che so difendermi, e sono talmente sveglia da rispondergli in maniere assai fantasiose e dure. Solo che la mia vera essenza ormai si è nascosta, è restia a mostrasi. E io inizio a far fatica a ricordare chi sono veramente.

giovedì 5 gennaio 2012

Eccola, era di nuovo lì, a guardarmi con aria soddisfatta, ancora, ancora una volta.


Aveva vinto, aveva vinto di nuovo. Ero riuscita a tenerla lontano, ma dovevo sapere che non sarebbe durato per molto. Ed eccola lì, in tutto il suo cupo splendore, consapevole che era di nuovo in grado di prendersi gioco di me. Ad ogni tradimento lei si ripresentava e mi si attaccava al cuore, rendendolo sempre più pesante. Sempre più duro. Sempre più corazzato.

domenica 1 gennaio 2012

E quando mi dirai che il rap non è musica ti dirò che c’hai ragione tu; perché il rap non è musica, è molto di più. [Raige]

Quando parlo di rap, per i molti parlo di un genere musicale nato negli anni 60 e che consiste principalmente nel "parlare" seguendo un certo ritmo. Io invece quando parlo di rap intendo vita. Nel rap viene raccontata la propria storia, le proprie emozioni e le proprie esperienze in rima. Quello che preferisco di questo genere è che viene data maggiore importanza al contenuto piuttosto che alla forma. Per fare rap non c'è bisogno di avere una voce eccezionale, non c'è bisogno di acuti scenografici e fronzoli vari. Nel rap questo non conta, importa solo il coraggio e la voglia di condividersi e condividere tutto con il mondo. Nell'ambito delle mie preferenze, si trovano sicuramente Guè e Nesli.
"Per quanto riguarda il rap non avrai altro Dio all'infuori di Guè" [Spacco tutto-Club Dogo]
Guè, pseudonimo di Cosimo Fini, è un rapper italiano nato nel 1980. E' anche conosciuto come il Guercio, in riferimento alla ptosi (spostamento di uno o più organi di una struttura fisica che tende a scendere verso il basso) all'occhio sinistro. Membro dei Club Dogo (formati da Guè, Jake La Furia e Don Joe), ha recentemente iniziato a cantare come solista. Per quanto riguarda i pezzi all'interno dei Club Dogo, quelli che preferisco sono "Il sole e la luna", "Una volta sola" , "Fino alla fine" e "All'ultimo respiro".
"Io scrivo un incubo che sembra una filastrocca è come la verità e fa male quando mi esce dalla bocca" [Fino alla fine-Club Dogo]
Per quanto riguarda invece la sua attività come solista, Guè ha pubblicato un solo album il giugno scorso dal titolo "Il ragazzo d'oro". I miei pezzi preferiti, che poi credo siano i migliori di tutta la sua produzione, sono "Ultimi giorni" e "Conta su di me".
"Certe volte vorrei piangere per provarti cosa so provare ma non mi escono le lacrime, dici l'amore non si può comprare" [Ultimi gioni- Guè P.]
Nesli, nome d'arte di Francesco Tarducci, è  il fratello minore di Fabri Fibra ed è nato nel 1980. Il suo modo di rappare, decisamente riflessivo, l'ha portato ad avere dissidi con Marracash. I brani di Nesli che preferisco sono "Parole da dedicarmi", "La fine" (cantata anche da Tiziano Ferro) e "Se perdi".
"Fuori c'è luce, poi buio, poi ancora luce. Tutto quanto accade in modo rapido e veloce, tutto quanto accade in modo così naturale. A volte ci fa star bene, a volte ci fa star male e vale la pena di evadere senza avere regole come le favole, senza la paura di sentirsi inutile" [Parole da dedicarmi-Nesli]
Questo è il rap per me: riflettere e riflettere ancora, come al solito.